Il 12 gennaio 2021 è entrato in vigore la nuova direttiva europea qualità sulla qualità delle acque destinate al consumo umano; pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, la Direttiva 2020/2184/UE sostituisce ed integra, con una serie di importanti contenuti innovativi, la precedente direttiva 98/83/CE di venti anni fa.

Il provvedimento si inserisce nell'ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell'Agenda ONU2030, in particolare un impegno assunto verso il Goal n.6 “Garantire a tutti la disponibilità dell'acqua e delle strutture igienico -sanitarie”.

Il provvedimento sarà sicuro nelle scelte di breve e lungo periodo dei gestori del servizio idrico integrato, poiché:

  1. prevede la rimodulazione dei valori limite per i parametri di qualità dell'acqua potabile, che poi essere meno stabilità in modo non stringente dai singoli Membri;
  2. presentano nuovi parametri di qualità, tra cui il Bisfenolo-A, i Cloriti e Clorati, gli acidi Alocetici, le Microcistine, i PFAS e l'Uranio;
  3. modifica i limiti di qualità per alcuni parametri già esistenti, come il Piombo, il Selenio, il Cromo e il Boro;
  4. introdurre l'approccio innovativo della valutazione del rischio , che si concretizzerà nella successiva predisposizione dei Piani di Sicurezza dell'Acqua (Piano di sicurezza idrica);
  5. affronta la normativa relativa ai materiali a contatto con l'acqua potabile e dei mezzi filtranti e reattivi , al fine di assicurare la salute umana;
  6. dedica ampio spazio al delicato tema dell'accesso all'acqua soprattutto per i cittadini , per quelli più emarginati o vulnerabili;
  7. prevede che siano disponibili all'utente una serie di informazioni sulla qualità dell'acqua potabile e sulla sua origine;
  8. impone agli Stati Membri di valutaree i livelli delle id perditempo attraverso l'ILI, un indicatore non dimensionale dal rapporto tra le  Perdite Reali Annuali e le  Perdite  Reali Fisiologiche Annuali o un altro appropriato, valutazione che dovrà poi essere anche inviato alla Commissione Europea.

Gli Stati hanno due anni per recepire le modifiche nelle loro norme nazionali ( entro gennaio 2023 ) membri pertanto, fino a tutto il 2022, i controlli sulla qualità delle acque destinate alla potabilizzazione e al successivo consumo umano, sono ancora regolate dal D.lgs. 31/2001 e successive modifiche.

Di seguito riportiamo le indicazioni ei link dove poter accedere alle informazioni previste dalla direttiva europea: